martedì 31 dicembre 2013

Prerequisiti per la recita dei Mantra nella tradizione Vedantica

Il Guru che offre il Mantra al proprio discepolo deve appartenere ad una linea discepolare autentica (parampara). Il Mantra autentico è parte del Veda originale e non è mai inteso per essere usato isolatamente. Oggi, purtroppo, anche la cosiddetta spiritualità si è trasformata in un settore economico, è scivolata nelle mani di persone che ne fanno un uso commerciale. In assenza di custodi onesti e legittimi i Mantra sono prescritti nel modo più bizzarro da astrologi, maghi, yogi e cosiddetti guru per soddisfare le loro esigenze egoistiche. Inutile dire che i Mantra sono diventati strumenti per sfruttare le persone ignoranti. I rishi ci hanno informato  su alcune procedure da seguire per l’uso appropriato del Mantra. Questo include un impegno formale nella forma di 'Sankalpa', alcuni movimenti e gesti nella forma di 'Nyasa', la creazione di uno scudo protettivo nella forma di 'Kavacha' e offerte al Devata nella forma di 'Arghya'.

Sankalpa: Sankalpa rispetto al Mantra Sadhana, significa un impegno formale sul piano della propria Sadhana. Una dichiarazione di Sankalpa contiene generalmente la propria identificazione. Questo nella maniera vedica comprende il proprio nome, il proprio lignaggio cioè, Gotra , Shakha ecc. Poi la promessa di cantare il Mantra regolarmente per una durata particolare e un numero di volte preciso. Il Sankalpa deve essere indirizzata al Devata del Mantra.

Nyasa: Nyasa è un importante fase preparatoria del Mantra Sadhana. E' in un certo senso un 'riscaldamento' e la sessione di 'pulizia' prima di intraprendere il canto del Mantra. Il sadhaka mentre esercita Pranayama, tocca diverse parti del suo corpo fisicamente o visualizzate mentalmente a seconda del tipo di Nyasa da lui adottato.
Ci sono diversi tipi di Nayasa: Kara Nyasa, Anga Nyasa, Hridayadi Nyasa, Rishyadi Nyasa, Panchatatwa Nyasa, ecc. L'obiettivo primario è quello di aumentare il processo di assorbimento nel canto del Mantra e del suo Devata.

Kavacha: Kavacha è lo scudo immaginario da creare per la protezione del sadhaka durante il Mantra Sadhana. E' molto importante perché, il sadhaka perde il senso cosciente di consapevolezza assorto nello stato meditativo o stato alterato di coscienza. Durante tale stato egli è vulnerabile. Il Kavacha crea uno stato protettivo, confortevole, di fiducia in se stesso.

Arghya: Arghya è un gesto simbolico di ospitalità offerto al Devata. Come offriamo bevande e cibo per rispettare un'ospite a casa nostra, in modo simile, durante il Mantra Sadhana, noi invochiamo ed ivitiamo il Devata del Mantra, quindi una adeguata accoglienza è essenziale. L’Arghya è normalmente composta da una miscela di acqua, latte, yogurt, petali di fiori, kumkum, sandalo e cereali come il til (sesamo). La miscela verrà versata nella cavità delle mani e poi fatta scendere in un recipiente dedicato.
L'offerta di Arghya significa rinuncia dell'ego individuale ai piedi del Devata.

Completano la preparazione al Sadhana Mantra le sei parti seguenti o 'Shadanga':
Rishi, Chhandas, Devata,  Beeja, Keelaka e Shakti.

Rishi: Rishi è la persona che ha formulato il Mantra. Nella cultura vedica, il Rishi è un veggente. Il presupposto di ricordare il Rishi è un modo umile di mostrare gratitudine e riconoscenza. Questo atto di riconoscimento è il primo passo verso la dissoluzione dell’orgoglio personale e dell'ego. Il sentimento di gratitudine avvia lo stato mentale favorevole, congeniale alla invocazione del Devata del Mantra.

Chhandas: Chhandas denota la formazione grammaticale di parole in un ritmo particolare. Il Chhanda imposta la struttura delle parole e il numero di sillabe. Ciò guiderà la recita del Mantra in un particolare modo. Il modello attiva differenti punti nel cervello umano e aumenta ulteriormente l'ambiente psichico interno. Ogni Chhanda ha i propri attributi in grado di influenzare lo stato d'animo della persona che recita il Mantra.
I Chhandas sono classificate in due tipi: 1) Varnik Chhand (strofe alfabetiche) e 2) Matrik Chhand (strofe contenenti vocali brevi). I Mantra indù seguono le Chhandas delle rispettive Samhita e Shakha Vediche.

Devata: Il Devata del Mantra è la forma Divina che viene propiziata. L'elemento Deveta impegna la facoltà di visualizzazione della mente umana. Ogni Devata ha la sua Forma, Immagine, Colore, Postura, Gesto, Mudra, Ayudha, e Personalità. La pronuncia del nome del Devata genera una visione. Con la ripetizione continua il sadhaka potrà contemplare la forma del Devata. In definitiva, egli dimentica se stesso e si assorbe nella contemplazione della forma del Devata.

Beeja: Beeja è una singola lettera di alfabeto sanscrito e rappresenta, nel modo più breve possibile la forma del Devata. La forma del Beeja crea il percorso per la vibrazione energetica. Beejam ricorda il carattere di base (Tatva) del mantra. Per esempio Jala Tatva (morbido-soffice), Agni Tatva (duro-forte) ecc.

Keelaka: Keelaka significa perno. Ora, a che cosa serve un perno a riguardo della recita di un Mantra? Per comprendere il significato di Keelaka dobbiamo collegarlo con il perno che blocca una ruota in movimento dal non scivolare fuori dal suo asse. Sappiamo che l'energia di un Mantra è generato dalla mente della persona, sarà quindi importante tenerla centrata in un punto per non dissiparla. Questo viene fatto attraverso Keelaka. Alcuni la simboleggiano con la chiave di una serratura. Così, si pensa di Keelaka come la chiave per aprire la serratura della fonte del potere di un Mantra.

Shakti: Shakti significa potere o energia del Mantra. Questa è l'energia generata dalla recitazione del Mantra. E' da notare che ogni Mantra ha una sua forma di Shakti. Tuttavia, dobbiamo ammettere che oggi, non sappiamo molto sulle forme distinte di energia dei Mantra. La ragione principale è da attribuibile al fatto che la visualizzazione della forma vibrazionale energetica durante lo stato contemplativo della mente risulta molto, molto difficile.

Ora ci può essere più chiaro il motivo per cui non otteniamo tanto facilmente i tanto acclamati risultati della recita di un Mantra. Se ignoriamo queste  pratiche essenziali, come possiamo aspettarci gli effetti desiderati? La ragione di ciò la possiamo dividere in due parti. La prima è l'ignoranza di colui che agisce. La persona non conosce i prerequisiti essenziali. In secondo luogo, la difficoltà di trovare una persona qualificata che ci offra il Mantra adeguato. E' abbastanza comune ormai che le persone accettino un Mantra da qualsiasi fonte, sia esso un libro, un cosidetto guru o un’astrologo visto in televisione. In questo modo è del tutto possibile che i prerequisiti siano compromessi e il risultato nullo.

Sabda Suono



La percezione generale è che quando parliamo, il suono venga originato in gola dalle corde vocali.Ma quel che succede in realtà è che quando esprimiamo il desiderio di parlare, la nostra forza vitale (volontà-desiderio) nella forma di vayu, partendo dal muladhara chakra (la radice principale), sospinge Para, il suono sottile fino all'ombelico manifestandosi come Pasyanti, poi fino al chakra del cuore manifestandosi come Madhyama, e su ancora fino alla gola, la bocca, i denti e la lingua manifestandosi come Vaikhari, suono o parole udibili.
 
Sabda, suono è il guna di Aakasa. Il suo organo è l'orecchio esterno. Sabda può essere Vaidika (spirituale) o Loukika (materiale). In entrambi i casi, si compone di Aksharas o sillabe.
 
Proprio come Samkalpa - un pensiero puro, deve passare attraverso diverse fasi prima che effettivamente si manifesti come energia creativa concreta, cosi anche sabda deve passare attraverso diverse fasi prima che sia completamente udibile. Queste fasi sono definite come Para, Pasyanti, Madhyama e Vaikhari. Ogni livello di suono corrisponde ad un livello di esistenza, e la propria esperienza del suono dipende dalla raffinatezza della propria coscienza.
 
Durante il processo di creazione quando Purusha, l'anima si combina con Prakrti forma il primo principio Avyakta, da cui si evolve Mahat o Buddhi, il principio dell’intelligenza. Da Buddhi si evolve Ahankara il principio dell’Ego. Ahankara possiede tre qualità, Satva, Rajas e Tamas, da cui si manifestano rispettivamente gli organi sensoriali e motori, la mente e la forma sottile dei cinque elementi di base chiamati i Tanmaatras. Akasa costituita nella sua forma sottile è conosciuta come Aakasa Tanmatra e Sabda il suono è la sua qualità.
 
Secondo la Taitreeya Upanishad, Aakasa si è manifestato per primo. Da Aakasa si è manifestato Vayu, da Vayu, Agni, da Agni si è manifestata Jala e da Jala Prthvi. Così Aakasa è conosciuto come Param, cioè il primo tra i cinque elementi di base. La sua Sabda, attributo è Para. Al momento della creazione, questa Para si è manifestata come Bindu o particella sottile. Essa è conosciuta anche come Karana Bindu, la causa di tutte le manifestazioni sonore all'interno e all'esterno del nostro corpo.
Para significa il più elevato, l’irraggiungibile. Para vaak è il suono al di là della percezione dei nostri sensi. Para è la prima fase del suono nella sua fase non manifesta ed è la fonte di tutte le idee radicali e pensieri germinali. Al livello del Para-vaak non vi è distinzione tra l'oggetto e il suono. Il suono contiene in sé tutte le qualità dell'oggetto. Questa Karana bindu è Avyakta (significato non chiaro). Ma sottoposta a trasformazione a vari livelli, bindu, naada, e beja diventa Vyakta o trasparente (significato comprensibile). Prima della semina, il seme viene immerso in acqua per prepararlo ad assorbire le sostanze nutritive e crescere in un albero. Allo stesso modo, Para deve essere sottoposta ad alcune trasformazioni per manifestarsi come suono comprensibile a livello grossolano. Tutte le energie positive non manifestate dell'uomo come la Kundalini giacciono nello stato quiescente nel Muladhara chakra, la radice principale. Anche Para dimora  in questo chakra. Para Nada è un suono a così alta frequenza, da non provocare nessuna vibrazione. Dovuto al desiderio dell'uomo di parlare, con l'aiuto di vayu, Para viene sospinto fino al chakra Manipuraka al centro dell'ombelico e si trasforma in Pasyanti.
Para, stimolato e attivato dall'aria nel chakra radice, si trasforma in bindu, nada e beja  manifestandosi come suono a livello grossolano. Proprio come un seme messo a bagno in acqua e poi interrato si manifesta come foglie, fiori, frutta e albero, così Para nel chakra dell'ombelico subisce trasformazioni sottili che lo modificano in Pasyanti. Pasyanti letteralmente significa osservare o vedere il proprio sé. Nel suono la fase pasyanti manifesta qualità come il colore e la forma. Questo suono non può ancora essere udito da orecchie anatomiche. È più di un suono mentale ma la sua frequenza è minore del suono ad alta frequenza del Para Nada. Quando il suono è sospinto fino all'ombelico  dall'aria del corpo in forma vibratoria senza particolari sillabe (Varna), ma connesso con la mente, è noto come Pashyantì-vaak.
 
Quando Pasyanti, raggiunge il chakra Anahata o il centro del cuore, si trasforma in Madhyamà vaak. Madhyama significa letteralmente in mezzo o mediano. Qui vi è una netta distinzione tra il suono e l'oggetto che lo contraddistingue. Madhyama vaak è più un suono mentale che un suono udibile all’esterno. Il chakra Anahata è la dimora di suoni interiori chiamati Nada, che possono essere uditi solo dal nostro orecchio sottile (non l'orecchio anatomico). La parola Aahata significa colpito o battuto. Il suono prodotto esternamente battendo un tamburo è un esempio di Aahata sabda. I suoni di Anahata chakra non sono udibili alle orecchie esterne. Anahata nada può essere udito solo praticando lo yoga e la meditazione. Quando uno Yogi finalmente puo percepire questi suoni, diventa abile nel conoscere le cose nascoste, percepisce allora Para vak, sviluppa la visione divina e alla fine realizza il Para Brahman o la realtà suprema.
 
Il suono che ha compiuto tutto il percorso partendo dal chakra radice con la forza di vayu, e giunge alla gola, la bocca, i denti e la lingua, si trasforma in un suono articolato, udibile dall'orecchio esterno. Questo suono si chiama Vaikhari. Il vayu che sospinge il suono dal chakra Anahata fino alla gola si chiama Vikhara, e il suono, alla sua ultima tappa, che è la fonte di tutto ciò che viene detto e sentito a livello grossolano, è conosciuto come Vaikhari. Quando sabda è articolato dalla bocca, attraverso delle sillabe, questo discorso viene chiamato Vaikhari Vak.
 
Questi quattro livelli di suono corrispondono a quattro stati di coscienza. Para rappresenta la coscienza trascendentale. Pasyanti rappresenta la coscienza intellettuale. Madhyama rappresenta la coscienza mentale. E Vaikhari rappresenta la coscienza fisica. Questi stati di coscienza corrispondono ai quattro stati conosciuti tecnicamente come Jagrat, Svapna, Sushupti e Turiya: o lo stato di veglia, lo stato di sogno, lo stato senza sogni, e lo stato trascendentale.

Il suono è un prodotto della coscienza. In questo senso, il suono è indicato nell'insieme dei testi vedici come vak, o discorso.

Le proprietà dei tre stadi meno sottili Pasyanti, Madhyama, e Vaikhari sono: in Pasyanti-vaak risiede Iccha-shakti, la forza di volontà. All'interno del Madhyamà-vaak risiede Jnana-shakti, il potere del carattere e della conoscenza. E all'interno del Vaikhari-vaak risiede Kriya-shakti, o potere di azione.
 
Queste quattro fasi corrispondono anche ai quattro tipi di corpi. Lo Sthula sarira, o corpo fisico, opera nello stato di Jagrat (stato di veglia). Ed è in questo regno della coscienza, e attraverso questo corpo, che il Vaikhari-vaak si manifesta. Il Sukshma-sarira, corpo sottile o psichico, opera nello stato di Svapna. Ed è in questo regno della coscienza, e attraverso questo corpo, che il Madhyamà-vaak si manifesta. Il Karana-sarira, o corpo causale, opera nello stato di Sushupti, o sonno profondo. Ed è in questo regno della coscienza, e attraverso questo corpo, che il Pashyantì-vaak si manifesta. Il Para-vaak si manifesta attraverso il quarto stato di coscienza, conosciuto come Turiya, o trascendenza.
 
La seguente tabella illustra la relazione tra i quattro stadi di suono, i centri energetici coinvolti, lo stato di coscienza che rappresentano, il tipo di corpo e il potere della natura di volontà, conoscenza e azione.

FASI DEL
SUONO
CHAKRA
E ORGANI
LIVELLI DI COSCIENZA
TIPI DI CORPO
POTENZE
INTRINSECHE
PARA
MULADHARA
Coccige
TURIYA
Trascendentale
       ----------
         -------------
PASYANTI
MANIPURA
Ombellico
SUSHUPTI
Stato senza sogni
KARANA
Corpo Causale
ICCHA SAKTI
Potere della Volontà
MADHYAMA
ANAHATA
Cuore
SVAPNA
Stato con sogni
SUKSHMA
Corpo Psichico
JNANA SAKTI
Potere della Conoscenza
VAIKHARI
VISHUDDHA
Gola
JAGRAT
Stato di veglia
STHULA
Corpo Fisico
KRIYA SAKTI
Potere dell’Azione