nama cintamani krishna caitanya-rasa-vigraha
purna suddho nitya-mukto
’bhinnatvan nama-naminoh
Il santo nome del Signore è totalmente identico al Signore, non
parzialmente. La parola Purna
significa "completo."
Il Signore è onnipotente e onnisciente,
allo stesso modo, il Suo nome, forma, qualità, parafernalia
e tutto ciò che lo riguarda sono completi, puri, eterni ed esenti da ogni contaminazione materiale. (Padma
Purana)
hare krishna hare krishna krishna krishna hare hare
hare rama hare rama rama rama hare hare
iti sodasakam namnam kali-kalmasa-nashanam
natah parataropayah sarva-vedesu driyate
hare rama hare rama rama rama hare hare
iti sodasakam namnam kali-kalmasa-nashanam
natah parataropayah sarva-vedesu driyate
"I sedici nomi del maha-mantra Hare Krishna
— Hare Krishna Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama,
Rama Rama, Hare Hare — distruggono le iniquità dell'era di Kali. Questa è la
conclusione definitiva di tutti i Veda." Kali-santarana Upanisad
kaler
dosa-nidhe rajan asti hy eko mahan
gunah
kirtanad
eva krsnasya mukta-sangah param
vrajet
Mio caro re, anche se Kali-yuga è
un oceano di difetti, c'è ancora una buona qualità in questa era, semplicemente
cantando l'Hare Krishna Mahamantra si può diventare liberi dalla schiavitù
materiale e essere promosso al regno trascendentale." S.Bh.12.3.51 Sukadeva Goswami a Pariksit
Maharaja"
yajnaih sankirtana-prayair yajanti hi sumedhasah
“Nell’era di Kali, le persona intelligenti praticano il sankirtana (il canto congregazionale) per adorare l’incarnazione divina che costantemente recita il nome di Krsna. Sebbene la sua carnagione non sia scura, Egli è Krsna stesso. E’ accompagnato dai Suoi associati, servitori, armi e compagni confidenziali.” S.Bh.11.5.32
tunde tandavini ratim vitanute tundavali-labdhaye
karna-kroda-kadambini ghatayate karnarbudebhyah sprham
cetah-prangana-sangini vijayate sarvendriyanam krtim
no jane janita kiyabdhir amrtaih krsneti varna-dvayi
Io non so quanto nettare abbiano
prodotto le due sillabe Krish-na. Quando è cantato, il
Santo Nome di Krishna sembra che danzi in bocca, e allora desideriamo avere molte bocche. Quando quel Nome penetra nell'orecchio, desideriamo avere milioni di orecchie, e quando danza nel cortile del cuore, conquista la mente e rende inerti tutti i sensi.
Santo Nome di Krishna sembra che danzi in bocca, e allora desideriamo avere molte bocche. Quando quel Nome penetra nell'orecchio, desideriamo avere milioni di orecchie, e quando danza nel cortile del cuore, conquista la mente e rende inerti tutti i sensi.
Vidagdha-madhava I 15 H
evam-vratah sva-priya-nama-kirtya
jatanurago druta-citta uccaih
hasaty atho roditi rauti gayati
unmada-van nrtyati loka-bahyah
Cantando il santo nome del Signore Supremo, si giunge allo stadio di amore
per Dio. A questo punto il devoto fa il voto di essere un eterno servitore del
Signore, ed egli diventa gradualmente molto attaccato a un particolare nome e
forma della Persona Suprema. Il suo cuore si scioglie di amore estatico, a volte
ride molto forte o piange. A volte canta e danza come fosse pazzo, incurante di
chi lo osserva, perchè è indifferente all'opinione della gente. (Srimad - Bhagavatam
11.2.40)
Preparazione al canto
Preparazione al canto
Prima di impegnarsi nel canto del Santo Nome del Signore si dovrebbe osservare se la propria mente è agitata da turbamenti (offese, incomprensioni, vittimismo, orgolio, comportamento inadeguato, ecc) bisognerebbe allora con mente calma, determinata e fiduciosa cercare di sciogliere questi nodi, almeno per il "momento" nel proprio cuore. Certi della comprensione e compassione del Santo Nome.
Nella Bhagavad-Gita Sri Krishna
per due volte ripete ad Arjuna (man-mana
- pensa sempre a me) Questa è l’unica volta in
tutta la Bhagavad-Gita in cui il Signore Supremo ripete due volte la stessa
istruzione, perché? Vuole essere sicuro che Arjuna comprenda l’importanza
fondamentale di ciò.
Similmente nella recitazione o
canto del Maha Mantra Hare Krishna è assolutamente necessario ascoltare
attentamente senza distrazione mentale la pronuncia del Mantra. Avrete notato
che se recitando “o cantando” si ascolta attentamente, le attività della mente vengono
completamente conquistate (le attività della mente sono: pensare,sentire e
volere), cioè offerte nel fuoco del sacrificio per il piacere del Signore. (La
mente non può compiere, “con attenzione”, più di una attività per volta) L’intensità e
coinvolgimento di un innamorato-a che sussurra parole d’amore all’amata-o sono
ineguagliabili. Anche se ancora non possediamo tale sentimento amoroso per il
Signore, le scritture e i grandi santi concordano nell’affermare che se
offriremo il nostro: pensare, sentire e volere, il Signore stesso si occuperà di
conquistare il nostro cuore. Dobbiamo solo crederci e farlo.
Japa, kirtana e sankirtana
Di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Il
japa vero e proprio è possibile
soltanto nella mente. Solo così si potrà ottenere la perfezione desiderata. Il
canto compiuto con il movimento delle labbra in modo che si possa sentire è
detto kirtana; è più
efficace del japa e dona il più grande beneficio a colui che
l'ascolta. Sankirtana significa "kirtana completo": eseguendo il sankirtana, non è necessario compiere nessun'altra attività
devozionale. Il kirtana parziale o incompleto del santo nome di Sri Krsna
non è allo stesso livello del sankirtana.
Il canto imperfetto del nome di Krsna non è in grado di determinare negli esseri viventi il cambiamento ottimale
necessario a dare un'impronta spirituale alla loro vita. Questo tipo di canto
li indurrà a dubitare dell'efficacia e della potenza del kirtana. Perciò sia vittorioso il perfetto e completo
canto del santo nome di Krsna.
Sri Siksastaka
Estratti dall’opera di Srila
Bhaktivinoda Thakura
Verso 1
ceto-darpana-marjanam
bhava-mahadavagni-nirvapanam
sreyah-kairava-candrika-vitaranam
vidya-vadhu jivanam
anandambudhi-vardhanam prati padam
purnamrtasvadanam
sarvatma-snapanam param vijayate
sri-krsna-sankirtanam
POSSA IL CANTO DEL SANTO NOME DI SRI KRSNA, che può
purificare lo specchio del cuore e mettere fine alle sofferenze della foresta
in fiamme dell'esistenza materiale, essere vittorioso. Questo canto è la luna
crescente che diffonde il loto bianco della fortuna per tutti gli esseri
viventi. E' la vita e l'anima di ogni conoscenza. Il canto del santo nome di
Krsna espande il felice oceano della vita trascendentale. Tale canto ha su
ognuno un effetto rinfrescante, e permette di gustare fino in fondo il nettare,
in ogni istante.
Nella quarta riga di questo primo sloka, la parola param
denota il processo del canto del Maha Mantra Hare Krsna, che è infinitamente
purificatore, ed è perciò la forma di benedizione più elevata. Il canto del Maha
Mantra Hare Krsna mantiene la sua posizione preminente in tutti i differenti
stadi del progresso spirituale, iniziando da sraddha (fede), sadhu sanga (associazione di persone sante), bhajana-kriya
(servizio di devozione nella pratica), e
così via. Occorre tener presente che il canto condotto in un puro sentimento
devozionale non è mai da confondersi con il facile sentimentalismo o con il
canto pseudo-devozionale.
Lo Srimad
Bhagavatam afferma:
"Solamente
nell'associazione dei Miei puri devoti le discussioni sulle Mie glorie
trascendentali diventano spiritualmente efficaci e fanno nascere nel più
profondo del cuore sentimenti di amore devozionale".
Questa
citazione mette in risalto le virtù dell'associazione santa, perchè il santo
nome del Signore, la Sua forma, le Sue qualità e le Sue attività sono
glorificati in modo perfetto quando siamo circondati della giusta compagnia.
Ascoltate
come il canto del Maha Mantra Hare Krsna risulti sempre vittorioso anche nel
mondo materiale, creazione dell'energia esterna del Signore. Le scritture
enfatizzano l'aspetto assoluto e non-duale della Verità Assoluta. Leggiamo
negli sruti-sastra: "Soltanto
l'Uno, sostanza non-duale (il Dio supremo) esisteva prima della
creazione". E ancora: “Non esiste alcuna varietà all'infuori del brahman
non-duale". Queste citazioni
stabiliscono essenzialmente l'aspetto impersonale, onnipervadente della Verità
Assoluta, mentre l’aforisma “tutto è
brahman” in realtà sottolinea il principio secondo cui l'eterna e suprema
Verità Assoluta è personale e differenziata.
Com'è
possibile dimostrare ciò? Prendendo in considerazione simultaneamente il
concetto del personalismo differenziato e quello dell'impersonalismo non
differenziato, risulterà percettibile in misura preminente l'aspetto
personale, mentre l'aspetto impersonale non può essere percepito a causa della sua natura non differenziata. L'aspetto personale della
Verità Assoluta è quindi predominante. L'Uno, la Verità Assoluta, si manifesta
eternamente in quattro aspetti: la Sua forma originale trascendentale, la Sua
potenza esterna e onnipervadente, gli esseri viventi e come fonte originale di
ogni esistenza.
Il
verso che inizia con ceto-darpana-marjanam
descrive la natura trascendentale
e originale della jiva. La jiva
è parte integrante, ma infinitesimale della Suprema
Verità Assoluta. La sua natura trascendentale è caratterizzata da ego puro,
anima pura e forma pura. Tale natura, tuttavia, rimane condizzionata
dall'ignoranza non appena la jiva si allontana da Dio e prende in considerazione l'eventualità di godere
dell'energia materiale. Perciò l'anima è stata paragonata ad uno specchio:
proprio come non è possibile osservare il proprio viso su uno specchio
ricoperto di polvere, così non è possibile osservare il nostro vero volto sullo
specchio della coscienza quando essa è ricoperta dalla polvere dell'ignoranza.
Iniziando a compiere il canto e l'ascolto del Maha Mantra Hare Krsna sotto il
diretto controllo della Sua potenza di piacere spirituale (hladini), la contaminazione materiale e l'ignoranza vengono
completamente sradicati. In tal modo la coscienza pura della jiva, che è una funzione del suo puro ego, può
manifestarsi e la jiva sarà in
grado di vedere con assoluta chiarezza i cinque principi fondamentali
dell'esistenza riflessi sullo specchio del suo puro ego: il Creatore Supremo,
la jiva, prakrti (natura), kala
(tempo) e karma (azione e reazione). Il riflesso della propria
identità originale potrà essere così osservato sullo specchio della sua pura
coscienza senza alcuna distorsione.
A quale stadio evolutivo
della coscienza corrisponde l'acquisizione della pura identità spirituale (sva-dharma)
da parte di una
persona che ha raggiunto il livello della pura devozione? Sri Caitanya
Mahaprabhu risponde affermando, vidya-vadhu jivanam, "la vita di
ogni conoscenza trascendentale". La
sakti del Signore Supremo si presenta
in due aspetti: vidya, o conoscenza, e avidya, o ignoranza. La svarupa-sakti di
Sri Krsna, o la potenza interna spirituale, è detta vidya, mentre la Sua potenza
esterna, maha-maya, è detta avidya. Ed è quest'ultima ad essere incaricata
della creazione materiale e che ricopre la svarupa dell'anima. Non appena i
primi raggi della pura devozione appaiono infine sull'orizzonte del cuore, il sadhaka
che segue
sinceramente il metodo del canto e dell'ascolto vedrà la potenza dell'avidya
eclissarsi grazie all'intercessione di bhakti-devi, la dea del puro servizio
di devozione, la quale sradica ogni desiderio materiale indesiderato.
Infondendo la conoscenza spirituale nell'anima, Ella distrugge le coperture
grossolane e sottili della jiva, permettendole di manifestare contemporaneamente
la propria forma spirituale originale. Ciò dimostra che il nome di Krsna il Maha Mantra è la vita stessa della conoscenza
trascendentale, vidya-vadhu jivanam.
Quando il corpo grossolano e sottile delle anime
spirituali viene completamente distrutto, la jiva si trova nuovamente situata
nella sua purezza originale. Sebbene la jiva sia anu, infinitesimale, la felicità che le è propria non è così
ridotta. Per risolvere questo equivoco, Sri Caitanya Mahaprabhu aggiunge: anandambudhi-vardhanam,
"un oceano
di felicità in continua espansione". In altre parole, il Maha Mantra espande senza fine la felicità spirituale
inerente all'anima, la quale può così
stabilirsi in uno dei sentimenti spirituali: dasya, sakhya, vatsalya
o madhurya (servizio, amicizia, affetto
parentale e amore coniugale). Situata nel suo eterno sentimento spirituale, la jiva
inizia ad assaporare nettare,
illimitatamente, ad ogni passo della sua relazione trascendentale e dei suoi
scambi di emozioni d'amore con il Signore Supremo. L'affascinante bellezza, le
qualità divine e i divertimenti sublimi del Signore Supremo Sri Krsna sono
eterni ed infinitamente estatici.
La
Sri Caitanya Caritamrta afferma (Antya-lila, 20.11-13):
"Col
semplice canto del Maha Mantra Hare Krsna ci si può liberare da tutte le
abitudini indesiderabili. Questo è il metodo per evocare ogni buona fortuna e
dare inizio al flusso delle onde d'amore per Krsna.
Il
Caitanya Bhagavata (Madhya 23.76-77) afferma:
hare
krsna hare krsna krsna krsna hare hare
hare rama hare rama rama rama hare hare
prabhu kahe - kahilan ei mahamantra
iha japa giya sabe kariya nirbandha
iha haite sarba-siddhi
haibe sabara
sarva-ksana bala'ithe
bidhi nahi ara
"Sri Caitanya Mahaprabhu disse: “Ora vi do questo maha-mantra:
Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare, Hare Rama, Hare Rama, Rama
Rama, Hare Hare. Cantatelo con sincero entusiasmo. Attraverso il canto di
questo mantra, otterrete tutte le perfezioni della vita; perciò
continuate a cantarlo incessantemente, poichè non vi sono rigide regole per il
canto del maha-mantra".
Verso 2
namnam akari bahudha nija-sarva-saktis
tatrarpita niyamitah smarane na kalah
etadrsi tava krpa bhagavan mamapi
durdaivam idrsam ihajani nanuraga
O MIO SIGNORE, O SUPREMA
PERSONALITA' DI DIO, nel Tuo santo nome è racchiusa ogni fortuna per l'essere
individuale, e per questa ragione Tu hai molti nomi, come Krsna e Govinda,
attraverso i quali Ti espandi personalmente. Tu hai investito questi nomi di
tutte le Tue potenze, e per ricordarli non ci sono rigide e difficili regole.
Mio caro Signore, benchè Tu abbia elargito tale misericordia sulle anime cadute
condizionate insegnando loro generosamente i Tuoi santi nomi, Io sono così
sfortunato che canto il Tuo santo nome in modo offensivo, perciò non provo
alcuna attrazione per questo canto.
Il
canto del santo nome di Sri Krsna si presenta in quattro aspetti: il nome, la
forma, la qualità e i divertimenti. II santo nome di Sri Krsna è il seme di
ogni gioia, poichè il santo nome e Colui che possiede il nome non sono
differenti. Il canto del santo nome rappresenta, sotto ogni aspetto, il più
grande beneficio per tutti gli esseri viventi. Ed è per questo che, Sri Krsna
Caitanya, rivela gli attributi eccezionali del santo nome. Sri Caitanya
Mahaprabhu prega così per invocare in ognuno di noi la fede sincera nel santo
nome: "O Signore! O Personalità più Munifica di Dio! Essendo
compassionevole verso la condizione miserevole delle anime di questo mondo, Tu
hai scelto di manifestare il Tuo santo nome, che non è differente dalla Tua
Persona.
"Tu
hai investito di tutte le Tue potenze spirituali e di tutte le qualità
trascendentali, e al massimo grado, il Tuo santo nome, un fatto confermato da
innumerevoli citazioni dei Veda.
Il
santo nome è dotato di potenze spirituali illimitate. Il compimento del karma,
del jnana e dello yoga è sempre legato da
specifiche regole e restrizioni, e dai fattori del tempo, del luogo e delle
circostanze. Tali considerazioni non si applicano invece nel canto e nel
ricordo del nome del Signore, e ciò dimostra la straordinaria misericordia del
Signore.
Il
fatto di non riuscire a sviluppare nemmeno una goccia di attrazione per il
santo nome, deve essere sicuramente motivo di serio e grave rincrescimento. Il
termine durdaiva, o sfortuna, è sinonimo di offese al santo nome, o namaparadha.
Nel canto del santo nome vi sono dieci offese:
1
) Criticare e trovare difetti nei devoti o nei sadhu è una grave offesa nei confronti del santo nome.
2)
Coloro che cercano di analizzare argomenti trascendentali servendosi
dell'intelligenza materiale concludono, a torto, che il nome, la forma, le
qualità e i divertimenti di Sri Visnu sono differenti dal Signore stesso, e
cercano di imporre o addossare caratteristiche o concetti materiali nell'ambito
di argomenti spirituali, o ritengono erroneamente che gli esseri celesti come
Siva, Brahma, ecc. siano situati allo stesso livello della Persona Suprema. Il
loro canto è offensivo.
3)
Considerare il guru, che è realizzato spiritualmente e ha raggiunto la
perfezione nel canto del santo nome, come un essere ordinario, e quindi non
seguire le sue istruzioni e mancargli di rispetto.
4) Criticare e trovare
errori nelle scritture vediche e nei supplementi ai Veda, come i Purana.
5) Considerare immaginarie o esagerate le glorie del santo nome.
6) Considerare il santo nome un'invenzione o una speculazione.
7) Colui che commette attività peccaminose
contando sul canto del santo nome per neutralizzarne le conseguenze non potrà
mai essere esonerato da questa offesa.
8) Soltanto una persona situata nell'illusione
potrà pensare che le attività rituali mondane, come fare la carità, digiunare,
osservare voti, dedicarsi alla rinuncia, all'austerità, ecc. siano situate
sullo stesso piano dell'attività trascendentale del canto del santo nome.
9) E' un'offesa anche parlare delle glorie del
santo nome a coloro che non hanno fede e sono ostili all'ascolto del santo
nome.
10) Se, dopo aver ascoltato le meravigliose
qualità del santo nome, si mantengono ancora attaccamenti materiali, ciò
significa che non si è ancora sviluppato attrazione o interesse per il canto.
E' imperativo
evitare queste dieci offese, o namaparadha, nel corso del canto. Colui che s'impegna nel
canto non dovrebbe mai cercare di neutralizzare i propri peccati o di acquisire
i meriti degli atti pii mediante attività rituali; ciò si spiega con il fatto che in un certo senso, il devoto non ha più il diritto di compiere tali azioni,
che d'altronde hanno perso per lui ogni valore e significato. Se un devoto, per
cause accidentali, commette namaparadha, allora con il cuore angustiato e sinceramente dispiaciuto dovrebbe
rendersi costantemente disponibile al canto, poichè questo è l'unico rimedio in
grado di sradicare le offese commesse e di proteggerlo dal pericolo di
commetterne altre. Perciò il canto è il migliore rifugio per tutti, poichè
rimuove alla radice il desiderio di commettere namaparadha, e consente di elevarsi al più alto livello di krsna
prema.
Verso Tre
trnad api sunicena taror
iva sahisnuna
amanina manadena kirtaniyah
sada harih
CHI SI
CONSIDERA INFERIORE ALL'ERBA, chi è più tollerante di un albero e non si
aspetta onori personali, ma è sempre pronto a offrire ogni rispetto agli altri,
può cantare molto facilmente, e senza interruzione, il santo nome del Signore.
Il devoto che canta il santo nome
senza offese si orna di quattro qualità molto particolari:
una naturale umiltà e gentilezza generati dal completo distacco dalla
materia; una compassione pura, libera dall'invidia; un cuore immacolato, libero
dal falso prestigio mondano; e un'attitudine rispettosa verso ogni entità
vivente.
Quando
il santo nome, si manifesta nel cuore del devoto, questi viene indotto a rifiutare
tutto ciò che possa avere qualche attinenza con la mondanità, ed inizia a
pensare: Non ho alcun bisogno della vita materiale! Per il fatto di essermi
estraniato dal Signore, mi ritrovo legato alla ruota della nascita e della
morte ripetute, soffrendo indicibili miserie. Ma ora, per la grazia del Guru e di
tutti i Vaisnava, ho realizzato che soltanto mediante il servizio di devozione
al Signore Supremo posso trovare sollievo da questo dilemma e ritornare così
alla mia posizione originale, naturale ed eterna nella mia identità spirituale,
che conduce all'amore per Dio. Per questa ragione, fino a quando non sarò
libero dalle catene della schiavitù materiale per la grazia del Signore,
mi limiterò ad utilizzare una quantità
di materia strettamente necessaria a mantenere l'anima e il corpo insieme.
La Caitanya-caritamrta (Antya-lila,
20.2226) afferma:
"Queste sono le caratteristiche di colui che canta il
maha-mantra Hare Krsna. Benchè sia molto
elevato, si considera inferiore all'erba che spunta dal terreno e, come un
albero, tollera ogni cosa in due modi. Quando un albero viene abbattuto, non
protesta, e anche quando muore per l'arsura non chiede acqua a nessuno.
L'albero distribuisce i suoi fiori, i suoi frutti e tutto ciò che possiede a
qualsiasi persona. Tollera il calore torrido e i torrenti di pioggia, eppure dà
sempre rifugio agli altri. Il vaisnava è libero dall'orgoglio e offre a tutti il suo rispetto, sapendo che
Krsna è presente nel cuore di ognuno. Chi canta il santo nome di Sri Krsna in
questo modo risveglierà certamente il suo amore latente per i piedi di loto di
Krsna".
Verso 4
na dhanam na janam na
sundarim
kavitam va jagadisa
kamaye
mama janmani
janmanisvare
bhavatad bhaktir
ahaituki tvayi
O SIGNORE
DELL'UNIVERSO, NON DESIDERO ricchezze materiali, seguaci materialisti, una
bella moglie o il frutto delle attività interessate descritte con un linguaggio
fiorito. Tutto ciò che desidero, vita dopo vita, è di servirTi disinteressatamente,
con amore e devozione.
E' di fondamentale importanza
tener presente che sin dall'inizio il sadhaka sincero ascolti
attentamente il canto del santo nome dal suo guru, e che successivamente lui
stesso canti il santo nome libero da ogni forma di namaparadha. Il processo del canto garantisce che le
quattro qualità descritte nello sloka
precedente possano sbocciare
gradualmente nel suo cuore. Al contrario, l'identità spirituale originale del sadhaka
non potrà manifestarsi qualora il suo
attaccamento per il piacere sensuale non venga troncato; in tal modo la bhakti,
che rappresenta la fragranza intrinseca
della potenza hladini del
Signore, non potrà essere trasformata in bhava, o sentimento spirituale d'amore.
Le
istruzioni di questo sloka hanno lo scopo di dissipare proprio questa ombra
della bhakti: "O Signore,
non sono alla ricerca di ricchezze (dhanam), seguaci (janam) o versi meravigliosi (sundarim
kavitam)". Qui dhanam si
riferisce ai benefici degli atti pii
ottenuti seguendo strettamente la via del varnasrama-dharma e le conseguenti attività del karma-kanda.
Esso fa riferimento inoltre agli oggetti
necessari a soddisfare i propri desideri sensuali in questa vita, e allo sforzo
di assicurare ulteriormente il lusso e la sensualità nella prossima vita con
una nascita nei pianeti celesti. Janam si riferisce alla moglie, figli, servitori, subordinati, amici e
parenti.
Verso 5
ayi nanda-tanuja
kinkaram
patitam mam visame
bhavambudhau
krpaya tava pada
pankajasthita-
dhuli-sadrsam
vicintaya
O MIO SIGNORE,
KRSNA, figlio di Maharaja Nanda, lo sono il Tuo eterno servitore, ma a causa
delle Mie attività egoistiche sono caduto in quest'orribile oceano d'ignoranza.
Ora, Ti prego, concediMi la Tua misericordia incondizionata. ConsideraMi un
granello di polvere ai Tuoi piedi di loto.
Qual'è la validità, per un sadaka
che ha preso rifugio nel santo nome, di discutere a riguardo delle miserie
della vita materiale che egli dovrà affrontare? Per risolvere questo dubbio,
Sri Caitanya Mahaprabhu ha composto questo sloka, la cui essenza si
esprime nel modo seguente:
"O Signore Krsna, o figlio
di Nanda Maharaja, lo sono il Tuo eterno servitore, ma, per effetto delle mie
attività passate, mi trovo ora caduto in questo terribile oceano dell'esistenza
materiale. Lussuria, avidità, collera, invidia, ecc. sono i miei avversari, che
mi aspettano al varco nelle acque come enormi pesci pronti a divorarmi. Le onde
turbolente di vane speranze e di inutili ansietà mi fanno sballottare di qua e
di là, rendendo miserabile la mia vita. Sferzanti burrasche di cattive
associazioni non fanno che aumentare ancora di più questa sofferenza. Perciò,
in una simile condizione, non vedo altri che Te come mio soccorritore. Talvolta
si vedono mucchi di alghe che galleggiano sulle acque - sono le erbacce di karma,
jnana, yoga, austerità, ecc. E' mai stato possibile per chiunque
attraversare il possente oceano con l'aiuto di simili relitti meschini? Nel tentativo
di attraversare quest'oceano, alcuni hanno cercato di aggrapparsi a tali
erbacce, ma, sfortunatamente, ogni cosa, compresa la persona, affonda come un
peso morto. In realtà posso vedere che, all'infuori della Tua illimitata
misericordia, non c'è altra possibilità di salvezza.
Verso 6
nayanam
galad-asru-dharaya
vadanam
gadgada-ruddhaya-gira
pulakair nicitam vapuh
kada
tava nama-grahane
bhavisyati
MIO CARO SIGNORE, quando i Miei occhi si orneranno di, un
flusso incessante di lacrime recitando il Tuo santo nome? Quando la Mia voce si
spezzerà e i peli sul mio corpo si rizzeranno per la gioia trascendentale al
canto del Tuo santo nome?
I cinque sloka precedenti hanno esaminato i
seguenti argomenti: La vita spirituale comincia con sraddha, o fede sincera, seguita da sadhu-sanga, compagnia delle persone sante, il processo del
servizio devozionale in nove aspetti che inizia con l'ascolto, il canto, il
ricordo e così via. L'argomento seguente è la scienza della realizzazione spirituale, che distrugge l'ignoranza e tutti gli
ostacoli indesiderati. In seguito, sono stati delineati anche nistha (determinazione), ruci (gusto), asakti (attaccamento) e bhava (emozioni
spirituali). E' stato quindi illustrato
in che modo, con l'ausilio della pura bhakti, essenza della hladini-sakti
del Signore, l'essere vivente può
riacquistare con un processo graduale la sua svarupa, o forma spirituale originale. Nel momento in
cui la jiva raggiunge lo
stadio di bhava, il puro servizio devozionale ha raggiunto il suo
apice, poichè si è tramutato in un servizio continuo e ininterrotto. Bhava
è noto anche come rati, o
attrazione, e viene descritto come il germoglio che successivamente sboccia
nella piena fioritura della prema-bhakti, o pura devozione
d'amore. Tra i nove aspetti del
servizio di devozione, la cui pratica ha avuto inizio nello stadio di sadhana-bhakti,
è il canto del nome di Krsna che si intensifica
particolarmente nello stadio di bhava.
Sri
Caitanya Mahaprabhu prega: "O Krsna, O figlio di Maharaja Nanda, quando i
Miei occhi saranno decorati con lacrime d'amore al canto del Tuo santo nome?
Quando la Mia voce si spezzerà con emozioni estatiche? Quando sarò sopraffatto
da tremiti e i peli in tutto il mio corpo si rizzeranno? O Signore, sii
misericordioso, e fa in modo che questi sintomi di estasi possano decorare il
Mio corpo al canto dei Tuoi nomi!"
Verso 7
yugayitam nimesena
caksusa pravrsayitam
sunyayitam jagat
sarvam
govinda-virahena me
MIO SIGNORE
GOVINDA, anche un solo momento in Tua assenza sembra durare un'eternità. Le
lacrime scorrono dai Miei occhi come torrenti di pioggia e tutto il mondo Mi
sembra vuoto.
Quando rati-bhakti raggiunge lo stadio di sthayi-bhava, o il livello delle
emozioni spirituali costanti, mescolandosi con gli altri
quattro bhava - vibhava, anubhava,
sattvika e vyabhicari - si
trasforma in bhaki-rasa, o il
dolce sentimento del servizio devozionale. A questo stadio, i sintomi di anubhava
e sattvika-bhava trovano la loro piena espressione. Nella
descrizione di prema, Srila Rupa Gosvami scrive nel Bhakti-rasamrtasindhu:
"Lo stadio di bhava-bhakti
che, sin dal suo primo apparire, turba il cuore così tanto da scioglierlo e
trasformarlo in un sublime balsamo d'amore, consente di raggiungere molto
facilmente i più alti sentimenti di felicità divina, e genera un intenso
desiderio di avvicinarsi a Krsna. Le anime perfette definiscono prema questa
estasi travolgente".
Da questa, affermazione risulta
evidente che intensa attrazione, profondo affetto e dedizione spontanea per Sri Krsna sono sinonimi
di prema, amore per Dio.
La relazione tra visaya, o
l'oggetto d'amore (Krsna) e asraya, o la dimora di tale amore (il
devoto), viene scambiata attraverso cinque principali rasa, o
sentimenti, ovvero neutrale, di servizio, di amicizia, di affetto parentale e amorosa.
Tra questi principali rasa, quello amoroso, o madhuryarasa, occupa la posizione più
eccellente. Man mano che madhurya-rasa aumenta d'intensità, manifesta,
uno dopo l'altro, differenti aspetti e meraviglie dell'amore divino.
In questo sloka, Sri
Caitanya Mahaprabhu ci ha dato molto succintamente, come l'oceano racchiuso in
una bottiglia, un prospetto dell'elaborata dissertazione sulle differenti
gradazioni delle più sublimi relazioni d'amore con il Signore Supremo.
Nella Caitanya-caritamrta (Antya-lila, 20.40-41) Sri
Caitanya a Mahaprabhu dice:
"In questo stato ansioso le
giornate sembrano senza fine, e un secondo sembra un'eternità. I Miei occhi,
che versano lacrime incessanti, sono simili a nuvole nella stagione delle
piogge. Per l'assenza di Govinda i tre mondi sono vuoti e desolati, e Mi sento
come se bruciassi nel fuoco".
Verso Otto
aslisya va pada-ratam
pinastu mam
adarsanam marma-hatam
karotu va
yatha tatha va
vidadhatu lampato
mat prana-nathas tu sa
eva naparah
POSSA KRSNA STRINGERE A SE' questa Sua
servitrice che si è gettata ai Suoi piedi di loto. Può calpestarMi o spezzarMi
il cuore sottraendoSi alla Mia vista. In fin dei conti è un dissoluto, e può
fare tutto ciò che vuole, eppure resta sempre il Signore adorato del Mio cuore.
Questo ultimo sloka descrive il
livello di coscienza che la jiva può
sviluppare quando raggiunge la sublime piattaforma di krsna prema. “Io
non conosco nessun altro all’infuori di Krsna ed Egli rimarrà il mio Signore
sia che mi avvolga nel suo possente abbraccio o mi spezzi il cuore non
apparendo mai davanti a me. Egli è totalmente libero di agire come vuole, ma
rimarrà per sempre, incondizionatamente, l’adorabile Signore della mia vita”.
La
conclusione è che allo stadio di prema, Krsna diventa la vita, l'anima, e il
più grande tesoro del devoto. A questo livello i sublimi scambi di amore tra
il devoto e il Signore, grazie alla reciproca attrazione, giungono in piena
fioritura.
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