Srimad
Bhagavatam 3.26.33
arthashrayatvam
shabdasya
drashtur lingatvam eva
ca
tan-matratvam ca nabhaso
lakshanam kavayo viduh
"I saggi che possiedono la vera conoscenza definiscono il suono come ciò che esprime l'idea di un oggetto, indica la presenza di una fonte eloquente invisibile ai nostri occhi, e costituisce la forma sottile dell’etere".
"I saggi che possiedono la vera conoscenza definiscono il suono come ciò che esprime l'idea di un oggetto, indica la presenza di una fonte eloquente invisibile ai nostri occhi, e costituisce la forma sottile dell’etere".
Srimad Bhagavatam 2.5 26-29
nabhaso
tha vikurvanad_abhut sparsa-guno nilah
paranvayac
chabdavams ca_prana ojah saho balam
vayor
api vikurvanat_kala-karma-svabhavatah
udapadyata
tejo vai_rupavat sparsa-sabdavat
tejasas tu vikurvanad_asid ambho
rasatmakam
rupavat
sparsavac cambio_ghosavac ca paranvayat
visesas tu vikurvanad_ambhaso
gandhavan abhu
paranvayad
rasa-sparsa-sabda-rupa-gunanvitah
TRADUZIONE
La
trasformazione dell’etere genera l’aria, accompagnata dal senso del tatto e
dalle qualità proprie degli elementi
che l’hanno generata, cioè
il suono e le condizioni fondamentali della vita: la
percezione sensoriale, le facoltà psichiche e la forza fisica. L’aria si
trasforma a sua volta, per effetto del tempo e della natura, e genera il fuoco
dotato di forma, accompagnato dal senso del tatto e del suono. Poi il fuoco si
trasforma e manifesta l’acqua, che e’ liquida e dotata di sapore. Come gli
elementi che l’hanno preceduta, essa e’ dotata di forma, di tatto e di suono. L’acqua,
infine, genera tutta la varietà sulla terra, con i suoi odori e, naturalmente,
il gusto, il tatto, il suono e la forma.
SPIEGAZIONE
L’intero processo
della creazione evolve
progressivamente
sviluppandosi da un
elemento all’altro fino a produrre la varietà sulla terra con gli
alberi, le piante, le montagne, i fiumi, i rettili, i volatili,
gli animali
e le razze
umane. L’evoluzione vale
anche per la
percezione sensoriale: il suono genera il senso del tatto, questo
manifesta la forma, e così via. Anche il gusto e l’odorato derivano dallo
sviluppo graduale dell’etere, dell’aria, del fuoco, dell’acqua e della terra.
Ognuno di essi e’ l’effetto di un elemento e la causa di un altro, ma la causa
prima e’ il Signore stesso nella Sua emanazione plenaria, Maha-Visnu, sdraiato
nell’acqua causale del mahat-tattva. La Brahma-samhita definisce dunque Sri
Krishna la causa di tutte le cause, e ciò e’ confermato anche nella
Bhagavad-gita (10.8):
aham
sarvasya prabhavo
mattah
sarvam pravartate
iti
matva bhajante mam
budha
bhava-samanvitah
I diversi
tipi di percezione sensoriale sono completamente
contenuti nell’elemento terra,
e parzialmente negli altri elementi. Per esempio, l’etere ha soltanto la
qualità del suono mentre l’aria contiene il suono e il tatto. Nel fuoco si
trovano il suono e il tatto, ma anche la forma. L’acqua contiene il gusto,
oltre che il suono, il tatto e la forma. La terra, infine, comprende tutti
questiattributi e in più l’odorato. Di conseguenza, la terra contiene tutta la
varietà della vita, che trova
la sua origine
nell’elemento fondamentale, che
e’ l’aria. Le
malattie sono causate per
lo più da
un irregolare circolazione dell’aria
nel corpo terrestre
degli esseri individuali. Le
turbe psichiche sono
dovute a una
particolare anomalia della
circolazione dell’aria all’interno del corpo, perciò gli esercizi yoga
hanno un’azione notevolmente benefica sull’equilibrio di queste arie sottili e
permettono di eliminare quasi completamente la malattia. Quando questi esercizi
sono praticati correttamente
hanno l’effetto di accrescere
la durata dell’esistenza e permettono di controllare la morte. Così, un
perfetto yogi può controllare la propria morte e lasciare il corpo nel momento
più opportuno, quando e’ in grado di elevarsi al pianeta che ha scelto.
Tuttavia, il bhakti-yogi è superiore a ogni altro yogi perchè, con la forza del
suo servizio di devozione, viene elevato al di
là dell’universo materiale e trasportato su uno dei pianeti del mondo spirituale,
per la volontà suprema del Signore che controlla ogni cosa.
Srimad
Bhagavatam 11.21 35-43
Verso
36
sabda-brahma
su-durbodham
pranendriya-mano-mayam
ananta-piaram
gambhiram
durvigahyam
samudra-vat
sabda-brahma:
il suono trascendentale dei Veda; su-durbodham: estremamente difficile da
capire; pràna: dell'aria vitale; indriya: i sensi; manah: e la mente; mayam:
che si manifesta a differenti livelli; ananta-param: senza limite; gambhiram:
profondo; durvigàhyam: insondabile; samudra-vat: come l'oceano.
TRADUZIONE
II
suono trascendentale dei Veda è molto difficile da capire e si manifesta a
differenti livelli nel prana, nei sensi e nella mente. Questo suono vedico è
illimitato, molto profondo e insondabile come l'oceano.
Verso
37
mayopabrmhitam
bhumna
brahmanananta-saktina
bhùtesu
ghosa-rupena
visesurneva
laksyate
maya:
da Me; upabrmhitam: stabilita; bhùmna: dall'illimitata; brahmana: l'immutabile
Assoluto; ananta-saktina: le cui potenze non hanno fine; bhùtesu: all'interno
degli esseri viventi; ghosa-rùpena: nella forma del suono sottile, l’omkàra;
visesu: nella sottile copertura fibrosa dello stelo di un fiore di loto; urna:
un filo; iva: come; laksyate: appare.
TRADUZIONE
Io,
l'illimitata, immutabile e onnipotente Persona Suprema, che vive nel cuore di
tutti gli esseri, stabilisco personalmente in ognuno di loro la vibrazione
sonora vedica nella forma dell' omkara. Essa è percepita in modo sottile, come
un unico filo fibroso nello stelo di un fiore di loto.
Versi
38-39-40
yathornanabhir
hrdayad
urnam
udvamate mukhat
akiasad
ghosavan prano
manasa
sparsa-rupina
chando-mayo
'mrta-mayah
sahasra-padavim
prabhuh
omkarad
vyanjita-sparsa-
svarosmàntastha-bhùsitam
vicitra-bhasa-vitatam
chandobhis
catur-uttaraih
ananta-paràm
brhatirn
srjaty
aksipate svayam
yatha:
proprio come; ùrna-nabhih: un ragno; hrdayai: dal cuore; ùrnam: la ragnatela;
udvamate: emette; mukhai: attraverso la bocca; akasai: dall'etere; ghosa-van:
manifestando la vibrazione sonora; pranah: il Signore nella forma dell'aria
vitale originale; manasa: mediante la mente primordiale; sparsa-rùpinà: che
mostra le forme dei differenti fonemi dell'alfabeto, che cominciano con le
lettere sparsa; chandah-maya: che includono tutte le sacre metriche dei Veda;
amrta-rnayah: piene di piacere trascendentale; sahasra-padavim: che si diramano
in migliaia di direzioni; prabhuh: Dio, la Persona Suprema; omkarat: dalla
vibrazione sottile omkàra; vyanjita: espansa; sparsa: con le pause delle
consonanti; svara: vocali; usma: sibilanti; anta-stha: e semivocali; bhusitam:
decorate; vicitra: variegate; bhasa: con espressioni verbali; vitatam:
elaborate; chandobhih: insieme agli arrangiamenti metrici; catuh-uttaraih: che
hanno ognuno quattro sillabe in più del precedente; ananta-param: senza limite;
brhatim: la grande vastità della letteratura vedica; srjati: Egli crea;
aksipate: e riassorbe; svayam: Egli stesso.
TRADUZIONE
Come
un ragno produce la ragnatela dal suo addome e la emette attraverso la bocca,
così Dio, la Persona Suprema, Si manifesta come la riverberante aria vitale
primordiale, che include tutti i sacri metri vedici ed è piena di piacere
trascendentale. Così il Signore, dal cielo etereo del Suo cuore, crea il grande
e illimitato suono vedico avvalendoSi della Sua mente, che concepisce suoni
variegati come le sparsa. Il suono vedico si dirama in migliaia di direzioni,
adorne con le differenti lettere che si espandono dalla sillaba om: le
consonanti, le vocali, le sibilanti e le semivocali. In seguito il Veda è
elaborato da molte varietà verbali, espresse in differenti metri che hanno
ognuno quattro sillabe in più del precedente. Alla fine il Signore riassorbe
dentro di Sé la manifestazione del suono vedico.
SPIEGAZIONE
Srila
Sridhara Svàmì ha dato un'elaborata spiegazione tecnica di questi tre versi, la
cui comprensione richiede una profonda conoscenza linguistica del sanscrito. Il
punto essenziale è che la conoscenza trascendentale si esprime attraverso la
vibrazione sonora vedica, che è essa stessa la manifestazione della Verità
Assoluta, la Divina Persona. Il suono vedico emana dal Signore Supremo ed è
vibrato per glorificarLo e per capirLo. La conclusione di tutte le vibrazioni
sonore dei Veda si trova nella Bhagavadgità, dove il Signore afferma, vedais ca
sarvair aham eva vedyah: tutta la conoscenza vedica ha lo scopo d'insegnarci a
conoscere e amare Dio. La persona che pensa sempre a Krishna, che diventa
devota del Signore, si prostra davanti a Lui e Lo adora con fede e devozione
cantando il Suo santo nome, ha certamente maturato una perfetta comprensione di
tutto ciò che è indicato dalla parola veda ("conoscenza").
Verso
43
mam
vidhatte "bhidhatte mam
vikalpyapohyate
tv aham
etavan
sarva-vedarthah
sabda
asthaya rnam bhidam
rnaya-rnatrarn
anudyante
pratisidhya
prasidati
mam:
Me; vidhatte: ingiunge nel sacrificio; abhidhatte: designa come oggetto di
adorazione; mam: Me; vikalpya: presentata come ipotesi alternativa; apohyate:
sono confutato; tu: anche; aham: Io; etavan: così; sarva-veda: di tutti i Veda;
arthah: il significato; sabdah: la vibrazione sonora trascendentale; asthaya:
stabilendo; mam: Me; bhidam: dualità materiale; maya-matram: come semplice
illusione; anudya: descrivendo elaboratamente in differenti aspetti; ante: in
definitiva; pratisidhya: negando; prasidati: è soddisfatto.
TRADUZIONE
lo
sono il sacrificio rituale raccomandato nei Veda, e sono la Divinità degna di
adorazione. Sono Io l'oggetto delle varie ipotesi filosofiche, e sono ancora Io
ad essere confutato con l'analisi filosofica. Perciò la vibrazione sonora
trascendentale stabilisce Me come significato essenziale di tutta la conoscenza
vedica. I Veda, dopo aver analizzato in modo elaborato tutta la dualità
materiale e aver concluso che essa è soltanto la Mia potenza illusoria, alla
fine negano completamente questa dualità e raggiungono la soddisfazione in se
stessi.
Pancharatrik - Lakshmi-tantra
mulam adharam arabhya
dvistkantam upeyusi
udita aneka sahasra
surya vahnindu sannibha
cakravat punar adharat
santa pasyatha madhyama
vaikhari sthanam asadhya
tatrasta sthanavartini
varnanam jananim bhutva
bhogya prasnoumi gouriva
"Situato nella zona a partire dal muladhara fino alla posizione di dvistkanta splendendo come milioni di soli, fuochi e lune, roteando come il globo dell’adhara, sorge il suono conosciuto come santa, pashyati, madhyama. Raggiunta la posizione di vaikhari, si situa in otto luoghi, vale a dire, la gola, la lingua ecc. Essendo la madre di tutti i suoni io elargisco felicità e soddisfazione proprio come fa una mucca".
"Situato nella zona a partire dal muladhara fino alla posizione di dvistkanta splendendo come milioni di soli, fuochi e lune, roteando come il globo dell’adhara, sorge il suono conosciuto come santa, pashyati, madhyama. Raggiunta la posizione di vaikhari, si situa in otto luoghi, vale a dire, la gola, la lingua ecc. Essendo la madre di tutti i suoni io elargisco felicità e soddisfazione proprio come fa una mucca".
Sri
Vedanta-sutra Parte 24 Volume Due
Srila Baladeva
Vidyabhushana
Il Mimamsa-sutra
afferma: autpattikas tu sabdenarthasya sambandhah (I Veda definiscono la
relazione tra il nome e l'oggetto definito con quel nome eterna). Questa idea
(che i deva siano anime incarnate) sarebbe quindi in contraddizione con l'
eternità dei loro nomi contenuti nei Veda.
Sutra 28
sabda iti cen natah prabhavat pratyakshanumanabhyam
Sutra 28
sabda iti cen natah prabhavat pratyakshanumanabhyam
sabdah - le parole dei Veda; iti: così; cet - se; na- no; atah - da questo; prabhavat - a causa della creazione; pratyaksha - a causa della sruti; anumanabhyam - e della smriti.
Se qualcuno obietta che questa idea non è coerente con la natura eterna delle parole dei Veda, allora io dico di no a causa della descrizione della creazione del mondo e anche a causa della testimonianza delle sruti e smriti.
SPIEGAZIONE di Srila Baladeva Vidyabhusana
L'idea affermata qui (che i deva hanno dei corpi) non è in contrasto con la natura delle parole dei Veda. Perché? Il sutra afferma prabhavat pratyakshanumanabhyam (a causa della descrizione della creazione del mondo e anche a causa della testimonianza delle sruti e smriti. La creazione dei corpi materiali (dei deva e degli altri esseri dell'universo) è compiuta (da Brahma) ricordando le loro forme eterne archetipiche registrate nelle affermazioni dei Veda. Queste forme archetipiche sono eterne, esistevano già prima della manifestazione di tutti i corpi degli esseri viventi. Queste forme archetipiche sono descritte da Visvakarma nelle sue scritture con le parole yamam danda-panim likhanti varunam tu pasa-hastam (esse raffigurano Yama con una mazza in mano e Varuna con un cappio nella sua mano). Le parole dei Veda descrivono i deva e altri tipi di esseri viventi come nomi di alcune classi di entità viventi, proprio come la parola "mucca" è il nome di un certo tipo di essere vivente. I nomi dei deva non sono nomi di persone specifiche, come per esempio, il nome Caitra. Perché le parole dei Veda sono eterne Esse sono la sorgente originale della conoscenza. Ciò non è affatto in contraddizione con la spiegazione precedente del Mimamsa-sutra.
Il Mimamsa-sutra affermava pratyakshanumanabhyam, "a causa delle prove fornite in sruti e smriti". La sruti ( Panca- vaimsati Brahmana ( 6.9,13,22 ) descrive come la creazione del mondo, sia stata preceduta dalle (eterne) parole (dei Veda), che fornirono la seguente descrizione: eta iti ha vai prajapatir devan asrijat asrigram iti manushyan indava iti pitriims tirah-pavitram iti grahan asuva iti stotram visvaniti mantram abhisaubhagety anyah prajah (recitando la parola ete dai Veda, Brahma creò i deva. Recitando la parola asrigram, ha creato gli esseri umani. Recitando la parola indava, ha creato i pita. Recitando la parola tirah-pavitram, ha creato i pianeti. Recitando la parola asuva, ha creato il canto. Recitando la parola visvani, ha creato i mantra. Recitando la parola abhisaubhaga, ha creato le altre creature).
Anche nelle smriti è
confermato ciò con le seguenti parole (Vishnu Purana 1.5.64):
nama rupam ca bhutanam
krityanam ca prapancanam
veda-sabdebhya evadau
devadinam cakara sah
"Recitando le
parole dei Veda all’inizio, Brahma creò i nomi e le forme degli elementi
materiali, i rituali, i deva, e tutti gli altri esseri viventi."
Sutra 29
ata eva ca nityatvam
ata eva ca nityatvam
atah eva - quindi , ca -
e ; nityatvam - eternità .
E proprio per questo motivo l'eternità (dei Veda è dimostrata).
E proprio per questo motivo l'eternità (dei Veda è dimostrata).
SPIEGAZIONE di Srila Baladeva Vidyabhusana
L' eternità dei Veda è dimostrata dal fatto che il creatore (Brahma) crea (il mondo) (recitando le parole dei Veda) (che descrivono) le forme eterne e ricordando (la creazione precedente). Kathaka Muni e (altri saggi) sono quindi semplici diffusori (e non autori dei Veda).
Una obiezione può essere sollevata. Le sruti spiegano che, ricordando le parole dei Veda Brahma crea le forme dei deva e degli altri esseri viventi. Questo può essere in riferimento a dopo la distruzione cosmica parziale (naimittika), ma come può questo metodo di creazione essere impiegato dopo la devastazione cosmica completa (prakrita), in cui tutto viene distrutto, e come possono i Veda essere eterni, sottoposti alle circostanze di tale distruzione totale?
Sutra 30
samana-nama-rupatvac cavrittav
apy avirodho darsanat smrites ca
samana - stesso; nama - a causa dei nomi; rupatvat - e forme; ca - anche; avrittau - nella ripetizione; api - anche; avirodhah - non è una contraddizione; darsanat - a causa delle sruti; smrites - a causa delle smriti; ca - anzi.
Poiché i nomi e le forme rimangono gli stessi anche all'inizio di una nuova creazione, non c'è contraddizione. Anzi ciò è dimostrato da sruti e smriti.
SPIEGAZIONE di Srila Baladeva Vidyabhusana
La parola ca (anzi) è usata qui per dissipare ogni dubbio. Che dopo una devastazione cosmica completa ci sia una nuova creazione non smentisce affatto l’eternità delle affermazioni Vediche. Perché? Il sutra afferma samana-nama-rupatvac cavrittav apy avirodho darsanat smrites ca
( Poiché i nomi e le forme rimangono gli
stessi anche all'inizio di una nuova creazione, non c'è contraddizione. Ciò è
dimostrato da sruti e smriti). Il significato qui è "perché i nomi e le
forme precedentemente pronunciate rimangono gli stessi". Al tempo del
grande devastazione cosmica i Veda eterni e le forme archetipiche eterne
descritte dai Veda vengono assorbite dal Signore Hari, il maestro di tutte le
potenze trascendentali, e dimorano in Lui, diventando un tutt'uno con lui. Al
momento della creazione successiva vengono di nuovo manifestate dal Signore. Il
Signore Hari e Brahma precedono entrambi con i loro atti di creazione
attraverso la recitazione dei mantra Vedici, che conducono alla meditazione
sulle forme archetipiche. Al momento di una nuova creazione, il creatore
ricorda ciò che precedente aveva creato in questo modo Egli di nuovo crea come
aveva fatto precedentemente. Questo è come un vasaio che, dicendo la parola
"vaso", ricorda lo stile e la forma di vasi precedentemente
costruiti, e da ciò ne costruirà altri. Allo stesso modo il processo di
creazione viene attuato sia dopo la devastazione cosmica parziale, sia dopo la
devastazione cosmica completa.
Come possiamo dichiarare
tutto ciò? Il sutra afferma darsanat smrites ca ( perché questo è dimostrato da
sruti e smriti. Le sruti affermano:
atma va idam eka evagra asit sa aikshata lokan utsrijah
"In principio esisteva solo la Suprema Personalità di Dio. Egli pensò: (Io creerò molti mondi)”. Aitareya Upanishad 1.1
yo brahmanam vidadhati
purvam yo vai vedams ca prahinoti tasmi tam
"Il Signore Supremo creo i Veda e li trasmise a Brama”.
Svetasvatara Upanishad
6,18
surya-candramasau dhata
yatha-purvam akalpat
"Brahma creò il sole e la luna, come aveva già fatto in precedenza".
Rg Veda
Le smriti affermano:
nyagrodhah su-mahan alpe
yatha bije vyavasthitah
samyame visvam akhilam
bija-bhute yatha tvayi
yatha bije vyavasthitah
samyame visvam akhilam
bija-bhute yatha tvayi
"O Signore, proprio come un grande albero di banyano è contenuto all'interno di un piccolo seme, allo stesso modo, al momento della devastazione cosmica l’intero universo dimora in Te, il seme da cui esso era germogliato in origine".
Vishnu Purana
narayanah paro devas
tasmaj jatas caturmukhah
tasmaj jatas caturmukhah
"Narayana è la
Persona Suprema. Da lui nacque Brahma dalle quatro teste".
Varaha Purana
tene brahma hrida ya
adi-kavaye
"Il Signore Supremo
all’inizio infuse la conoscenza Vedica nel cuore di Brahmaji, l’essere vivente
originale".
Srimad Bhagavatam 1.1.1
In sintesi:
Il Signore Supremo, al
termine del periodo della devastazione cosmica, meditò sull'universo materiale
come era stato in precedenza, desiderando nel suo cuore. "Io mi espanderò
in molteplici forme" differenziando di nuovo le jive e gli elementi
materiali che erano stati assorbiti al Suo interno, creando ancora, come era
prima, l'universo materiale dal mahat-tattva attraverso Brahma, manifestando i
Veda esattamente come erano prima, infondendo l’insegnamento dei Veda nel cuore
di Brahma, impegnando Brahma nella creazione delle forme dei deva e degli altri
esseri viventi come erano prima, ed entrando personalmente nell'universo per
controllarlo dall'interno. Divenuto onnisciente per la misericordia del Signore
Supremo, Brahma, meditando sulle forme archetipiche descritte nei Veda, creò i
deva e le altre creature come erano prima. In questo modo si spiega la relazione
tra i nomi dei deva guidati da Indra e le loro forme archetipiche descritte nei
Veda.
PRANAVA OM
La sacra sillaba
"om" si compone di tre matras, "a", "u", e
"m". Questi tre matras corrispondono rispettivamente a Bhuh , Bhuvah
e Svah; jagrat, svapna e susupti; sukshma, sthula e karana e vaikhari, madhyama
e pashyantì. Oltre a queste tre matras, il pranava ("aum") è composto
anche di un quarto componente, vale a dire l' a-matra o anahata-dhvani - il
suono senza sillabe o non prodotto dalla interazione di due oggetti fra di
loro. Per la nostra comprensione pratica, questo a-matra corrisponde al rumore
di fondo che permane dopo la recita della sillaba "Om". L'a-matra
rappresenta la trascendenza, o turiya, il para-vak.
karma brahmodbhavam
viddhi
brahmakshara-samudbhavam
tasmat sarva-gatam
brahma
nityam yajne
pratisthitam
"I doveri
prescritti sono stabiliti dai Veda e i Veda sono direttamente manifestati dall’akshara,
la sacra sillaba Om, manifestazione sonora dell’Supremo. Di conseguenza la Trascendenza onnipervadente
(Pranava o la sacra sillaba Om) è eternamente situata negli atti di
sacrificio." Bhagavad Gita (3.15)
Così la sillaba “Om” contiene tutti gli elementi dell’esistenza. E' la riserva di tutte le energie del Supremo, e per questo motivo il Signore Krishna dichiara nella Gita:
om ity ekaksharam brahma
"La singola sillaba Om è la suprema combinazione di lettere."
Il Signore afferma anche:
yad aksharam veda-vido vadanti
"Coloro che conoscono i Veda recitano l’Om (akshara)."
Perché fanno questo? Perché la sillaba Om è il Signore Supremo stesso e la potenza di tutti i mantra vedici:
pranava sarva vedeshu
"Io mi manifesto all’interno di tutti i Veda, come la sacra sillaba Om".
Sri Chaitanya Mahaprabhu à stabilito il pranava come il maha-vakya dei Veda, perchè al suo interno risiedono tutti gli inni Vedici e (shabda). Il mondo stesso è una manifestazione di questa sillaba. Essa è la rappresentazione sonora della Verità Assoluta.
Vak non è una manifestazione della natura materiale, il Vedanta sutra 2.4.4 afferma quanto segue:
tat-purvakatvad vacah
Questo indica che vak esisteva prima del pradhana. Il pradhana è la radice della manifestazione cosmica materiale - le tre qualità non differenziate in equilibrio assoluto. Ma ancor prima esisteva il vak. Così il vak è non-materiale.
Per questo motivo troviamo nel Vedanta Sutra la seguente dichiarazione:
anavriti shabdat
"Liberazione attraverso il suono"
Così la sillaba “Om” contiene tutti gli elementi dell’esistenza. E' la riserva di tutte le energie del Supremo, e per questo motivo il Signore Krishna dichiara nella Gita:
om ity ekaksharam brahma
"La singola sillaba Om è la suprema combinazione di lettere."
Il Signore afferma anche:
yad aksharam veda-vido vadanti
"Coloro che conoscono i Veda recitano l’Om (akshara)."
Perché fanno questo? Perché la sillaba Om è il Signore Supremo stesso e la potenza di tutti i mantra vedici:
pranava sarva vedeshu
"Io mi manifesto all’interno di tutti i Veda, come la sacra sillaba Om".
Sri Chaitanya Mahaprabhu à stabilito il pranava come il maha-vakya dei Veda, perchè al suo interno risiedono tutti gli inni Vedici e (shabda). Il mondo stesso è una manifestazione di questa sillaba. Essa è la rappresentazione sonora della Verità Assoluta.
Vak non è una manifestazione della natura materiale, il Vedanta sutra 2.4.4 afferma quanto segue:
tat-purvakatvad vacah
Questo indica che vak esisteva prima del pradhana. Il pradhana è la radice della manifestazione cosmica materiale - le tre qualità non differenziate in equilibrio assoluto. Ma ancor prima esisteva il vak. Così il vak è non-materiale.
Per questo motivo troviamo nel Vedanta Sutra la seguente dichiarazione:
anavriti shabdat
"Liberazione attraverso il suono"
Chi volesse approfondire
questi concetti può fare riferimento alla Nada-bindu Upanishad, Bhartrihari's
Vakyapadadiya, Prashna Upanishad, Mundaka Upanishad, Mandukya Upanishad, Maitri
Upanishad e alla Katha Upanishad, così come per i concetti di shabda, vak,
matrika, hiranyagarbha, i quattro stati di coscienza, ecc, si può far
riferimento ai Tantra e a tutte le Upanishad. Si dovrebbe sapere che nello
studio dei testi Vedici generalmente non sarà possibile trovare un libro solo
che sia esaustivo su di un argomento in particolare si dovranno consultare
diverse fonti per assimilare una serie di concetti, a volte apparentemente
divergenti. Questi concetti dovranno poi essere armonizzati nel loro insieme.
Ciò costituisce la meditazione e il sacrificio dello svadhyaya yajna.
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