Chi è gayatri
Vedavyasa ha spiegato che
l'intimo significato del brahma-gayatri deriva dall'omkara. Gayatri è di genere
femminile. Lei è la consorte di Brahma, ma
nel gayatri-mantra è scritto: "bhargo devasya dhimahi". Bharga
significa potenza; essa è la hladini sakti conosciuta anche come
mahabhava-svarupa (Srimati Radhika). Il ricettacolo supremo di krsna-prema è
Radhika. Gayatri in realtà è una gopi. Krsna disse a Yogamaya: ''Devi fare in modo
di ofrire a Brahma questa gopi; altrimenti lei non potrà essere una gopi
parakiya (amante).'' Tutte le gopi sono sposate con altri gopa, perciò Krsna
ordinò a Yogamaya di fare lo stesso arrangiamento anche per Gayatri-devi, per
fare in modo che il suo amore fosse quello di un’amante. Per questo Gayatri fu
data in sposa a Brahma. Lei non amava Brahma, amava solo Krsna. Il sentimento
parakiya è il più alto, e Gayatri grazie a questo sentimento è diventata la
servitrice di Srimati Radhika. L'essenza di tutta la letteratura vedica è
Gayatri. Lei è Radhika Stessa, o la sua servitrice, e questo sentimento può
comparire nel devoto che onora questo mantra. Queste verità sono state
descritte da Srila Vyasadeva nel primo verso del Bhagavatam. Lui ha rivelato il
significato del Gayatri-mantra.
om namo bhagavate vasudevaya
janmady asya yato 'nvayad itaratas carthesv abhijnah svarat
tene brahma hrida ya adi-kavaye muhyanti yat surayah
tejo-vari-mridam yatha vinimayo yatra tri-sargo 'mrisa
dhamna svena sada nirasta-kuhakam satyam param dhimahi
Srimad Bhagavatam 1.1
I miei rispettosi omaggi a Sri
Krishna, figlio di Vasudeva, che e’ Dio, l’onnipresente Persona Suprema. Medito
dunque su Sri Krishna, la Verita’ Assoluta, la causa prima di tutte le cause
della creazione, mantenimento e distruzione di tutti gli universi manifestati.
Egli e’ direttamente e indirettamente cosciente di tutte le cose manifestate ed
e’ indipendente perche’ non c’e’ altra causa al di la’ di Lui. In origine, Lui
e nessun altro insegno’ la conoscenza vedica al primo essere creato, Brahmaji,
nel suo cuore. Per Suo volere, questo mondo, semplice miraggio, assume un
aspetto tangibile anche per i grandi saggi ed esseri celesti. Per Suo volere, gli universi materiali,
prodotti illusori delle tre influenze della natura, appaiono come l’immagine
stessa della realta’. Medito dunque su di Lui, Sri Krishna, che e’ la Verita’
Assoluta, eternamente vivente nel Suo regno trascendentale, per sempre libero
dalle illusorie manifestazioni del mondo materiale.
Il significato del Gayatri mantra
"Solamente colui che coltiva
le attività devozionali preliminari desiderando vivamente ottenere la perfezzione nella devozione può realizzare l'oggetto di tutti i suoi
sforzi". (Brahma-samhita v, 60)
Questa importante citazione
tratta dalla Brahma-samhità dimostra che il devoto desideroso e coscienzioso
mantiene sempre lo scopo (prayojana) di krsna-prema nella mente e nel cuore. E
non perde mai di vista il significato dell'esistenza poiché lo coglie in ogni
parola, azione e meditazione. I mantra Gayatrì ci guidano verso Vrindavana.
"Un giorno il gurudeva di
Gopa-kumara disse: Il Gopala-mantra esaudirà tutti i tuoi desideri. Perciò, se
desideri ottenere Krsna, questo mantra esaudirà anche questo desiderio. Medita
sempre sulla bellissima forma di Syàmasundara, sui Suoi divertimenti e qualità
trascendentali. Se farai ciò, il mantra esaudirà il tuo desiderio di ottenere
Krishna". (Brhad-Bhagavatamrta)
"Secondo la particolare
forma del Signore sulla quale il devoto medita, in quella stessa forma il
Signore Si manifesta al devoto. Il Signore dà al Suo servitore il potere di
venderLo agli altri". (Caitanya-bhàgavata Madhya 23.465)
"O mio Signore, i Tuoi
devoti possono contemplarTi attraverso gli orecchi grazie alla pratica
dell'ascolto spirituale con cui essi purificano il loro cuore, che diventa
allora il Tuo luogo di residenza. Tu sei così misericordioso verso i Tuoi
devoti che Ti manifesti a loro nella particolare forma sulla quale essi
meditano costantemente". (Srìmad Bhagavatam 3.9.11)
"Questa affermazione secondo
cui il Signore Si manifesta al Suo devoto nella forma in cui il devoto sceglie
di adorarLo, indica che il Signore Si sottomette al desiderio del devoto, al
punto che Egli manifesta la Sua particolare forma come richiesta dal devoto. Se
il Signore soddisfa così la richiesta del Suo devoto è perché Egli Si arrende
davanti al servizio d'amore trascendentale che questi Gli offre. Questo fatto è
confermato nella Bhagavad-gita (4.11): ye yatha mam prapadyante tams tathaiva
bhajàmy aham (Come si abbandonano a Me, in proporzione Io li ricompenso).
Brahma-Gayatri
Il Sole illumina i 7 sistemi
planetari ovvero bhur, bhuvah, svah. Il Sole sorge ad Est e da quel punto inizia ad illuminare
ogni cosa. Il sole ottiene la sua sakti da Radhika. Radhika possiede tre tipi
di luminosità: quella dell'universo spirituale (cit-jagat), quella dell'insieme
delle entità viventi o jiva-jagat e quella del mondo materiale (maya-jagat).
Insieme corrispondono alla suddha-cit ovvero la luminosità completa di Radhika,
che include la jiva-sakti che è la luminosità parziale e la maya-sakti che
corrisponde a una sembianza (abhasa) della Sua luminosità totale. Possiamo
paragonare questa abhasa ai bagliori che provengono dal Sole quando non è
ancora sorto, al mattino presto. Quella luce diffusa è un abhasa del Sole.
Quindi questa sakti è savitur-varenyam: savitur significa Sole e varenyam
significa aradhya o Srimati Radhika che è la varenyam del Sole, ossia l'origine
della sua luce.
'Bhargo-devasya'. Devasya
significa krsnasya-bharga, ovvero l'energia di Krsna che è Radhika. Questa
energia o sakti è la varenyam del Sole, ovvero la sorgente da dove il Sole
prende la sua luce. Lei è krsnasya-priya Radhika (devasya-bharga).
'dimahi': Io medito su bharga,
quella sakti che è Srimati Radhika. Più precisamente significa che ci
arrendiamo ai piedi di Srimati Radhika. Ci arrendiamo per ricevere la sakti da
Radhika.
'diyo yo nah pracodayat': Prego Srimati Radhika e medito su di Lei. 'Diyo'
significa divyam-bhuddi (intelligenza trascendentale). Prego che Radhika mi
conceda questa intelligenza atma-bhuddi. 'Pracodayat' significa
pravistha-rupena udayat, prego che Lei illumini il mio cuore con Se' stessa
insieme a Krsna. Quindi preghiamo Radhika che si manifesti insieme a Krsna
nella nostra atma-buddhi. Noi preghiamo quindi krsnasya-bharga.
“Io medito sulla radiosa dimora
di Srì Srì Ràdhà e Krishna, la quale è trascendentale al di sopra dei tre mondi
(fisico, mentale e intellettuale). Che la mia anima possa rifugiarsi nel
servizio a Srimati Ràdhàràni, la quale serve Krishna in completa perfezione. Io
medito su di Lei, che mi colma di entusiasmo e mi benedice con illimitato
servizio amoroso”.
Guru-Gayatri
Il Guru-gayatri mantra si recita
per ricevere la misericordia del Guru. Noi sappiamo che il Guru è Krsna-priya
ovvero krsnanandaya-dimahi (che dà piacere a Krsna). Quindi pracodayat: ''Ti
prego, appari e manifesta la tua forma nel mio cuore''. Noi desideriamo
meditare sulla forma spirituale di Gurudeva.
Ci sono molti modi per meditare, in accordo alle qualifiche del devoto.
Esistono tanti tipi di rasa e di livelli, come il santa, dasya, sakhya, e il
devoto mediterà sul proprio Guru in base al sentimento che ha. Gurudeva dà
piacere a Krsna in tanti modi. Con la sua forma da devoto ha predicato la
missione di Mahaprabhu per compiacerLo.“mahaprabhoh
kirtana-nritya-gita- vaditra-madyan-manaso rasena” “Cantando il Santo
Nome, danzando in estasi, suonando strumenti musicali, il maestro spirituale è reso
felice dal movimento del sankirtana di Caitanya Mahaprabhu”. Nel servizio alla
Coppia Divina (yugala-seva) lui invece è una gopi. “nikunja-yuno rati-keli-siddhyai ya yalibhir yuktir apeksaniya”
“Il maestro spirituale è molto caro a Krsna perché è esperto nell’assistere le
gopi”.
Gopal Gayatri
Krsna stesso concede il sentimento delle gopi tramite questo mantra. Mantra
significa la forma di Bhagavan (bhagavata-svarupa), e il sentimento delle gopi
è la nostra forma spirituale interiore (siddha-svarupa). Il gopal-mantra è la
siddha svarupa di Krsna stesso: krsnaya, govindaya, gopijanavallabhaya. Lui è
anche Kama-deva e recitando questi mantra Krsna apparirà nel nostro cuore. Dopo
aver recitato questo mantra per lungo tempo, si potrà raggiungere il
sentimento delle gopi; così fecero i 60 mila rishi di Dandakaranya e le Sruti
personificate. Loro diventarono gopi, e questo può essere possibile anche per
noi. Attraverso questo sadhana, questo processo graduale, il sentimento delle
gopi giungerà dall'alto, ovvero con un processo discendente. Questo è un
siddha-mantra, un mantra della perfezione e quindi di certo ci porterà ad
ottenere il sentimento (bhava). Noi non siamo nè maschi nè femmine, siamo
servitrici di Sri Krsna. Questo non è un mantra per il corpo materiale;
continuando a recitarlo, la nostra atma si manifesterà col sentimento delle
gopi perchè è un suono trascendentale (sabda-brahma). Ascoltando, cantando e
ricordando, sarà possibile realizzare tutto ciò.
Svaha significa la mia anima
(atma). Dedico la mia anima all'ottenimento del sentimento delle gopi nei
confronti di Krsna. Mi rifugio (asraya) nel sentimento delle gopi.
Se una giovane ragazza dice ad un giovane ragazzo: ''Tu sei mio marito, e io
sono tua moglie'', nella cultura vedica lei lo dirà solo una volta nella vita.
Durante la cerimonia del matrimonio i brahmini le chiederanno di pronunciare
questa frase, e lei sarà sua moglie per tutta la vita. Quindi quando
pronunciamo questo mantra, il nostro sentimento dovrebbe essere esclusivo allo
stesso modo?
Mahaprabhu era sempre assorto nel sentimento delle gopi. Questo mantra è per
l'atma-svarupa, cit-svarupa e non per il corpo materiale. Dobbiamo essere
tadatma, aderenti a ciò che Mahaprabhu faceva: esternamente aveva una forma
maschile, ma internamente era saturo dei sentimenti di Radhika, e le Sue azioni
erano compiute da Radhika. Quindi il tadatma-bhava significa essere un tutt'uno
col sentimento delle gopi.
Se un insetto diventa una farfalla è perchè ha meditato a lungo su quella forma.
Similmente anche una persona dal corpo maschile, come ad esempio Ajamila
praticando la recitazione del nome Narayana (vaikuntha upasana) ottenne alla
fine la forma simile a quella di Visnu o Narayana a 4 braccia.
Come recitare il Gayatri mantra
Nella Bhagavad-gita Krishna dice
che tra i sacrifici Egli è il japa yajna, il sacrificio del canto del japa. Con
il termine japa Krishna Si riferisce qui al canto del Gayatrì. L'Agni Purana definisce il japa così: "La sillaba ja distrugge
il ciclo di nascita e morte, e la sillaba pa distrugge tutti i peccati papa).
Japa, perciò, è ciò che annienta tutti i peccati, arresta il ciclo di nascita e
morte, e libera l'anima dalla schiavitù".
Ci sono due forme di japa: vacika
(orale) e manasika (mentale). Ci sono due divisioni di vacika japa: 1)
Silenzioso - la ripetizione del mantra muovendo le labbra ma non emettendo
alcun suono; questo metodo è detto upamsu. 2) Sussurrante -la ripetizione del
mantra muovendo leggermente le labbra ed emettendo un lieve suono o bisbiglio.
Manasika japa (mentale o meditativo) si esegue concentrandosi mentalmente sul
significato di ogni parola e sul concetto completo dell'intero mantra, senza
muovere la lingua o le labbra, o emettere alcun suono. "Upamsu japa è
cento volte meglio del japa orale, ma manasika japa è mille volte meglio".
(Manu-samhita)
Manasika japa è molto difficile
da eseguire in questa era di ansietà, agitazione e impurità mentale. Perciò gli
acarya raccomandano vacika japa, cioè pronunciare i mantra quietamente e
chiaramente, per allontanare l'ignoranza e l'apatia della mente. Bisogna
praticare l'upamsu japa, il canto silenzioso, per purificare la mente dalla
passione. Benché manasa japa sia più potente, questa forma di japa è possibile
solo per i sadhaka che sono puri, tranquilli, e completamente sotto l'influenza
della virtù (sattva-guna).
Secondo Hari Sauri Prabhu, Srila Prabhupada usava
il metodo upamsu japa mentre cantava il Gayatrì. Si deve scegliere un metodo di
canto secondo la propria qualificazione e l'istruzione del maestro spirituale.
Il mantra Gayatrì funziona e dà
risultati quando si è situati al livello braminico di pulizia interna ed
esterna. Per cantare il mantra Gayatrì con successo bisogna acquisire le
qualità braminiche, come l'autocontrollo, l'austerità e la pulizia. Anche la
purezza mentale acquisita cantando Hare Krsna ed eseguendo bhuta-suddhi e la
concentrazione profonda sul significato dei mantra, sono requisiti indispensabili
per ottenere il successo nel canto del Gayatrì.
Bisogna sedere perfettamente
immobili (non muovendo la testa o passeggiando avanti e indietro) con la
schiena dritta, poiché una posizione eretta mantiene i nervi saldi e aiuta
nella concentrazione. Krishna dà la stessa istruzione nella Bhagavad-gìta
(6.13): "Bisogna tenere il corpo, il collo, e la testa dritti su una linea
retta e fissare lo sguardo sulla punta del naso". Evitando di muovere le
labbra, la lingua o mostrare i denti, bisogna chiudere gli occhi e cantare in
silenzio nella propria mente rimanendo profondamente assorti sul significato di
ogni parola e del mantra completo. Riguardo al punto di non muovere la lingua,
alcuni testi di yoga sostengono che la concentrazione aumenta tenendo la lingua
fermamente contro il palato mentre si cantano i mantra nella mente.
Secondo lo yoga, "questo
aiuta a far circolare il prana agendo come un ponte tra la testa e la parte frontale del corpo. Con questo la vostra aurea diventerà
automatica-mente luminosa, ed è molto positivo per la salute, la mente e lo
spirito". Naturalmente, un programma di yoga e pranayama per la salute non
è il nostro obiettivo, tuttavia il principio è di usare tutto ciò che aiuta a
concentrare la mente su Krishna e a non dimenticarlo mai. Se comunque qualcuno
non può concentrarsi col canto silenzioso nella mente allora può muovere
leggermente le labbra e impercettibilmente pronunciare il Gayatrì.
"Mentre canta il Gayatrì
japa il sadhaka non deve muovere la testa, né mostrare i denti. Deve
santificare la mente ritirandola dagli oggetti dei sensi, e meditare
silenziosamente sul significato del mantra. Se il mantra rimane nella mente, e
la mente rimane nel mantra (in altre parole, se la mente e il mantra sono
uniti), allora le caratteristiche del Gayatri japa saranno rivelate.
Nell'eseguire il japa, le dita devono essere tenute unite e leggermente
contratte alla base. Se le dita sono separate, l'effetto del japa si disperderà
attraverso gli spazi". (Harì-bhakti-vilasa diciassettesimo vilasa)
Benché qui siano dati diversi
consigli a livello fisico, la mente è il fattore principale per cantare con
successo il Gayatrì. La perfezione viene da una meditazione profonda, non dalla
posizione seduta. Meditazione significa concentrarsi profondamente su Krsna che
appare in forma di mantra (mantra-rupa). Il sadhaka deve focalizzare tutta la
sua energia mentale e intellettuale sul mantra fino a quando esso gli rivelerà
i suoi segreti. Brahmà, per esempio, si concentrò sul Gopala-mantra finché questo
si manifestò pienamente nella sua coscienza. La meditazione è l'arte di saper
entrare in comunione con Krishna, dopo averLo scoperto nell'intimo del proprio
cuore.
Per evitare la sonnolenza e
ottenere la massima concentrazione bisogna sedere nella posizione siddhasana o
padmasana, la stessa che Brahma usò nel cantare il Gopala-mantra.
"Rimanendo così seduti a cantare il mantra si può tenere il corpo dritto e
questo ci aiuterà nei canto, evitandoci di cadere nella sonnolenza".
(Srìmad Bhagavatam 7.15.31 spieg.)
Padmasana—Siedi sul pavimento su
un seggio d'erba kusa, di lana o di seta. Solleva il piede destro sulla coscia
sinistra tenendo la parte esterna del piede premuta sull'inguine. Spingi il
ginocchio destro in avanti. Solleva il piede sinistro sulla coscia destra, e
portalo all'inguine destro. Spingi ulteriormente i piedi sull'inguine e
avvicina il più possibile i ginocchi. Siedi in posizione eretta, estendendo il
busto in alto. Apri il petto, e rientra le scapole. Solleva il diaframma e
rilassa il viso.
Se qualcuno non è in grado di
eseguire asana o sedere in posizione eretta allora può sedere contro un muro o
su una sedia stabile. Bisogna rimanere perfettamente immobili, respirare
lentamente e profondamente, tenere la bocca chiusa, e la lingua ferma. Fissando
la mente su Sri Guru, Sriman Mahaprabhu, e sui piedi di loto di Radha e Krishna
o sull'ishta-devata personale, cantate con impegno, sentimento e abbandono
totali. Meditate profondamente sul significato di ogni parola e sul concetto
dell'intero mantra.
"Japa si riferisce al canto
silenzioso dei mula mantra della Divinità, e dei mantra Gayatrì dati dal
maestro spirituale. Cercate di realizzare che il mantra non è differente dalla
Divinità che è adorata. Sedete correttamente su un asana, eseguite acamana, e
coprite la mano destra con la veste superiore mentre cantate. Il conteggio
sulle dita dei mantra che sono cantati non deve essere esposto alla
vista". (Pancaratra Pradipa)
Non si otterrà mai lo scopo
dell'esistenza mantenendo un'intelligenza mondana. Migliorando la qualità del
canto, bhakti entrerà nel cuore e ci trasporterà ai piedi di loto di Giridhari.
Il solo scopo del canto di questi mantra è di sviluppare il puro amore per Krishna.
Il canto del Gayatrì è una potente forma di meditazione che produce grandi
risultati quando eseguito con sincerità e serietà. Anche premamay Srimati
Ràdhàrani medita profondamente sul Suo amato dopo l'offerta di preghiere al Suo
ishta-devata.
Sri Ràdha disse: "Non è
sbagliato quando la gente afferma che Gandharvika e Giridhari sono eternamente
una sola anima. Perciò, O Giridhari Ti prego! Allo scopo di rendere felice
questa metà della nostra anima, sii gentile e appari ora davanti ai Miei
occhi!' Pregando in questo modo, Srimati Ràdhika chiuse gli occhi e meditò sull'amato
della Sua anima, Sri Giri-dhari. Interrompendo tutte le attività dei Suoi sensi
come una yogini, Radhika sedette immobile totalmente fissa in uno stato di
silenzio ininterrotto". (Prema-samputa)
Tutti i vaisnava che prendono
l'iniziazione (mantra-diksà) sono doverosamente vincolati a recitare il mantra
Gayatrì puramente senza offese tre volte al giorno per tutta la loro vita. Lo
stesso termine Gayatrì significa cantare (gaya) tre (tri) volte al giorno.
Questo compimento quotidiano di riti religiosi in momenti programmati del
giorno è chiamato ahnika. I mantra dati dal guru sono: Brahma-gayatrì,
Guru-mantra, Guru-Gayatrì, Gaura-mantra, Gaura-Gayatri, Gopàla-mantra,
Kama-gayatrì, Panca-tattva mantra e Harinama. Considerando questi mantra una
forma del Signore Supremo, cantateli con grande fede, amore e attaccamento.
Questi mantra non sono ordinari. Sono completamente trascendentali e pieni di
illimitato potere spirituale.
Il Gayatrì deve essere cantato in un luogo
silenzioso, santificato e tranquillo, idealmente vicino alle Divinità del
tempio o alla Divinità personale. Si può solo immaginare com'era tranquilla Vrndavana
cinquecento anni fa al tempo di Sri Rùpa e Sanatana Gosvàmi. Nondimeno, i
Gosvàmi scelsero i luoghi più isolati per assorbirsi nel canto e compiere
lila-smarana. A Gokula, Srila Sanatana Gosvàmi eseguiva il suo bhajana in una
grotta a quindici piedi (circa quattro metri e mezzo) sotto terra. Raghava
Pandita stava in una grotta a Govardhana, e a Unchagoan, Nàràyana Bhatta
Gosvàmi aveva il suo bhajana kutìra a venti piedi (sei metri) sotto terra.
Questi acàrya mostrano l'importanza di un "ambiente libero da
distrazioni" per la corretta concentrazione nel bhajana.
Nel suo libro Harinama-cintamani,
Srila Bhaktivinoda Thàkura spiega che la disattenzione o la distrazione sono le cause principali delle offese nel canto di Krishna-nama. Questo
principio si applica anche al mantra Gayatrì.
Bisognerebbe sempre essere
rivolti verso la Divinità quando cantiamo. Se non possiamo cantare davanti alla
Divinità, gli sastra raccomandano di rivolgersi verso est ai sandhya del
mattino e di mezzogiorno, e a nord al sandhya della.sera. Sedere vicino o
rimanendo in piedi con l'acqua fino al petto in un fiume sacro come la Yamuna o il Ganga, o
sulla riva dell'oceano o sulla cima di una montagna sono tutti luoghi propizi.
"Cantare il Gayatrì su un
asana personale produce una volta il beneficio; cantare all'aperto produce
1.000 volte il beneficio; cantare sulla riva di un fiume produce 100.000 volte
il beneficio; cantare davanti alla Divinità concede illimitati benefici".
(Linga Purana)
"Il Gayatrì japa eseguito in
un giardino di tulasi, in una goshala, o nella zona di un tempio, o alla
presenza del guru, controlla con molto facilità la mente, e porta la perfezione
e la gioia spirituali". (Tantrasara)
Non bisogna cantare il Gayatrì su
un veicolo in movimento, o sul letto, o rivolti con la schiena verso il tempio,
il fuoco, un albero pippal, o una massa d'acqua. Dopo aver scelto il momento e
il luogo adatti, bisogna santificare la mente e la coscienza eseguendo acamana
e cantando e meditando sul significato delle seguenti preghiere.